Che cos'è la libertà
Qui è dove parlo di popò, di libertà di parola, di chi vomita odio e di tutte le libertà in generale.
Come al solito tra una newsletter e l’altra sono successe una marea di cose che meriterebbero un commento, ma in realtà questa newsletter è anche in ritardo perché sono davvero stanca e non avevo nemmeno voglia di scriverla.
Dimentico sempre che dopo aver scritto la newsletter mi sento meglio, più libera, come avessi scritto una pagina di diario e avessi buttato fuori qualcosa. Spero che questi “qualcosa“ che butto fuori siano anche utili a te, a voi, che mi leggete.
Fatto sta che, eccomi qui, con una quantità di cose da dire e non sapendo da dove cominciare. Allora iniziamo dai gatti.
La notizia davvero TOPICA del momento è che Milù ha fatto la cacca nella lettiera automatica, e io sto ancora gioendo, perché devo farci un video e una recensione, e finora nessun gatto ci era entrato, ma la lettiera è troppo grande per il mio bagno, e nonostante funzioni bene, non vedo l’ora di non averla più. Se qualcuno la vuole è in vendita a metà del prezzo da nuova. LINK SULLA LETTIERA QUI.
Ho vissuto tra gatti tutta l’estate, non so più quante lettiere ho pulito, e forse per questo mi ha indispettito un post condiviso nel profilo Facebook di una mia amica, in cui un maschio faceva un paragone tra gli animali che nascondono i loro escrementi e il fatto che Michela Murgia aveva invece parlato pubblicamente della sua malattia.
Il tutto con il pretesto di criticare “la moda“ di condividere la propria vita privata sui social.
Riporto il testo del post di Francesco Iovine:
"La sabbietta per i gatti riassume centinaia di migliaia di anni di evoluzione e selezione naturale.
I gatti seppelliscono le deiezioni perché questo rende difficile la vita ai predatori, che dall'odore magari capiscono che quel quel felino non è perfettamente in forma e magari potrebbero sconfiggerlo con facilità.
Ecco in questo semplice passaggio ci sono due argomenti forti che nei tempi di social media stanno forse venendo meno.
Il primo è la privatezza di alcune funzioni corporali, come per esempio il mangiare che tutti gli animali cercano di fare in privato.
Il secondo è l'importanza di non diffondere alcuna notizia sulla propria salute.
I social invece sono pieni di foto di cibo, anche per bambini, e a me la cosa lascia perplesso perché significa dare in pasto al pubblico una serie di notizie su di sé e poi, diciamocelo chiaramente, spesso chi posta foto di cibo lo fa per dire di essere stato nel ristorante X o nell'hotel Y: tutte notizie che in mano a qualcuno con pochi scrupoli possono risultare ancora più utili.
La mia famiglia mi ha insegnato a non parlare di me, di quello che mangio, della mia visita medica. E io lo trovo sacrosanto.
La povera Michela Murgia, invece, ha scelto una strada opposta pubblicando nel modo più chiaro possibile la storia di una malattia che non le ha dato scampo.
Ecco, in questo giorno infelice, mi voglio chiedere se questa tendenza rappresenta qualcosa di profondo che ci allontanerà irreversibilmente da antichi abiti o se invece non si tratti di un fenomeno passeggero.
Quando negli anni ottanta le spiagge italiane erano piene di topless, sembrava ovvio che quella tendenza sarebbe continuata indefinitamente, e invece così non è stato e anzi esiste una pudicizia pubblica oggi se possibile addirittura maggiore di quella degli anni settanta, e anche al netto delle suggestioni religiose visto che in tanti non nasconodo la propria insofferenza anche davanti a una cosa naturale e gioiosa come una mamma che allatta al seno.
Il mio pensiero è che questa tendenza sia altrettanto passeggera.
Oggi viviamo una sbornia social per vari motivi ma il principale dei quali è la novità. In ambito funebre, il mio profilo non passa giorno non sia riempito di necrologi di quell'attore, di quella cantante, di quel politico di quell'architetto eccetera morti. Naturalmente la generazione boomer sta lasciando questa vita terrena, ma quelli erano il prototipo di un cambiamento epocale nella società dell'uomo: un concerto come Woodstock, con tante persone e con tanti ambiti di godimendo e ricordo, prima non era mai avvenuto.
Quindi quando muore un cantante di quella generazione muore il primo di cui ho avuto un ricordo vivido e magari con lui sono stato iniziato ai godimenti del rock, del folk o di quello che volete voi.
Può continuare tutto ciò?
Io dico di no: penso sia un fenomeno temporaneo che presto sarà sostituito da una specie di oblio mediatico.
Dunque condoglianze alla famiglia Murgia ma penso che questo esporre sui social la parte finale della propria vita non durerà molto.
Prosit."
Mi hanno consigliato di rileggere il post a distanza di un paio di settimane dal giorno della morte di Michela Murgia, perché così non avrei provato lo stesso fastidio per il “ragionamento“ esposto, ma così non è stato, questo post mi genera tanto fastidio, sia per la saccenza con cui è stato scritto (“La povera Michela Murgia“ che espone al pubblico la sua malattia), sia per l’incipit che prende a prestito l’argomento “popò di gatto“ per finire ad esprimere una opinione che lascia davvero il tempo che trova.
La conclusione (“Dunque condoglianze alla famiglia Murgia ma penso che questo esporre sui social la parte finale della propria vita non durerà molto.“), che cosa significa? che ti dà fastidio una tendenza? “condoglianze, ma…“ (??)
Io penso solo a quanta indelicatezza sia servita per fare un post del genere, per criticare una legittima scelta di una persona.
Tra l’altro una scelta che io invece ho trovato nobile, visto che Michela Murgia era un personaggio pubblico, ha parlato pubblicamente della sua malattia, infrangendo molti tabù e probabilmente essendo di aiuto ad altre persone malate, che non vedo perché non debbano parlarne o condividere sui social quello che pare loro meglio condividere.
Vale sempre quello che ho scritto in questo post:
La tua opinione divulgata conta davvero?
Quando qualcuno invece viene criticato perché quello che ha espresso è incivile, inappropriato, offensivo, allora si tira fuori la frase che va più di moda ora: “Non si può più dire niente“, invocando la libertà di espressione, di opinione, ecc.
E qui mi allaccio ad un libro che sta facendo notizia oggi: il libro del generale Vannacci, “Un mondo al contrario“, dove il generale (che scrivo volutamente in minuscolo, per esprimere il mio dissenso antimilitarista), vomita tutto il suo odio e disprezzo verso chi non è bianco, etero, maschio, cisgender.
Ecco alcune perle scritte da Vannacci:
"Gay, non siete normali, fatevene una ragione"
"città che si trasformano in luoghi per single benestanti e alternativi mentre lavoratori, operai e Famiglie sono costretti ad abbandonarle"
"quando non sai più come chiamare una persona di colore perché qualsiasi aggettivo riferito all'evidentissima e palese tinta della sua pelle viene considerato un'offesa"
"Paola Egonu? I suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità"
"“Non è nella natura dell’uomo essere cannibale”, perché dovrebbe esserlo per il diritto alla genitorialità delle coppie arcobaleno? Che – si specifica – non sono normali, perché la normalità è l’eterosessualità. Se a voi tutto sembra normale, invece, è colpa delle trame della lobby gay internazionale che ha vietato “termini che fino a pochi anni fa erano nei nostri dizionari: pederasta, invertito, frocio, ricchione, buliccio, femminiello, bardassa, caghineri, cupio, buggerone, checca, omofilo, uranista, culattone che sono ormai termini da tribunale"
La cosa più vomitevole è lo stuolo di persone che lo sostiene e lo osanna perché ha avuto il “coraggio“ di dire ciò che tuttɜ pensano, contro la “dittatura“ del “politicamente corretto“. Tuttɜ si appellano alla “libertà di espressione“ che secondo loro oggi non ci sarebbe più, perché non si possono avere “pareri” che vanno contro la “lobby LGBT“.
Bhe le parole usate da Vannacci nel suo libro non sono “pareri“, sono parole razziste, omofobe, sono insulti, parole d’odio.
E lui è stato libero di scriverle, di esprimerle, tanto è vero che ci ha scritto un libro ed ora ci sta pure guadagnando dei soldi. Dove starebbe la “dittatura LGBT che non lascia più libertà di parola?”
Queste persone si sentono bene nella loro libertà di offendere, discriminare, trattare in modo violento altre persone?
Le persone dicono sui social che scrivere un libro del genere si chiama democrazia.
Io questo libro lo chiamo ODIO. E mi appello anche al reato di ingiuria:
L'ingiuria è un reato contro la persona e tutela l'onore. Con questo vocabolo, tradizionalmente s'intende il rispetto e la stima dei quali ognuno gode presso la società e l'idea che si ha di se stessi. L'ingiuria, nel diritto penale italiano, è il delitto previsto e disciplinato dall'art. 594 del codice penale, che recita testualmente: "Chiunque offende l'onore o il decoro di una persona presente è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino ad euro 516.
Alla stessa pena soggiace chi commette il fatto mediante comunicazione telegrafica o telefonica, o con scritti o disegni, diretti alla persona offesa. La pena è della reclusione fino ad un anno o della multa fino ad euro 1.032, se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato. Le pene sono aumentate qualora l'offesa sia commessa in presenza di più persone
Fonte: https://www.paolonesta.it/informazioni-di-contenuto-legale/3286-il-reato-di-ingiuria.html
Qual è la cosa più grave?
Che un militare di alto grado, che dovrebbe “difendere“ il paese, odi e sia intollerante in questo modo verso le altre persone?
Che tantissime persone siano felici delle parole d’odio che ha espresso?
Che ci siano sempre più persone che si sentono in diritto di vomitare odio, legittimate da un Governo per il quale esiste solo la famiglia tradizionale, l’eterosessualità, la “etnia“ italiana, la “Patria“?
Che dalle parole d’odio molte altre persone passino ai fatti, alla violenza fisica?
Non so quale sia la cosa più grave, so che è grave che una persona pensi che le persone omosessuali non siano “normali“. Che cosa significa “normalità“?? Non sono forse TUTTE le persone degne di rispetto in quanto persone?
Queste dovrebbero esser le basi della civiltà.
Una educazione civile non dovrebbe nemmeno produrre idee del genere.
Una educazione civile insegna che tutte le persone hanno pieno diritto di essere quello che sono e di perseguire la propria realizzazione, nel rispetto degli altri.
Data questa base imprescindibile, che io sia lesbica, single, benestante o non, mamma, suora, femmina o queer, nera, bianca, nata in Italia o altrove, sposata, zitella, grassa, pelosa o coi capelli bianchi, che io abbia un gatto o un maialino e gli metta il tutù rosa o celeste e io mi vesta di fogli d’alluminio o seta, a te, caro Vannacci, non te ne deve importare minimamente. Ho lo stesso IDENTICO tuo diritto e privilegio di calpestare questa Terra e non mi devi fare del male.
Ora mi sento meglio :)
Il mio unico rammarico è che Michela Murgia non sia più su questa Terra, per dare luce a questa vicenda con le sue parole dirette, ma so che ispira ognuna di noi con le parole che vorrebbe dire, e che vorrebbe dicessimo.
Che cos’è la libertà?
La libertà è poter disporre di sé stessi.
Di fatto nel nostro mondo gli unici che possono disporre di sé stessi sono i maschi bianchi etero, cisgender, medio ricchi. Che possono disporre di sé stessi talmente tanto da poter scrivere un libro in cui si sentono orgogliosi di odiare tuttɜ lɜ altrɜ.
Le donne, le persone della comunità LGBT, le persone nere, le persone povere, le persone con disabilità, non possono disporre di sè stessɜ, perché subiscono continuamente la violenza dellɜ altrɜ.
Mi riservo la chiusura di questo post per la fine, ora qualche comunicazione di servizio:
la raccolta foto per il Calendario e l’Agenda di MicioGatto 2024 si concluderà domenica 20 agosto. Se non mi hai ancora mandato la foto, iscriviti qui
sono ancora in piena Barbie mania, e la mia gioia che questo film stia incassando miliardi, è immensa. Ti consiglio di ascoltare le disamine fatte da Carolina Capria su Instagram o Facebook sul film, perché sono davvero fantastiche. Sottoscrivo ogni sua parola
ho recensito un cibo per gatti davvero fatto bene: Ultra premium direct, leggi la recensione
sto rifacendo tutto il sito MicioGatto, se hai suggerimenti o opinioni, scrivimi, ne sarò lieta.
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A chiusura di questo articolo, ti lascio con le parole più belle che io abbia sentito da tanto. Grazie Chiara Valerio per aver ricordato così Michela Murgia:
Per la libertà: non staremo più zitte <3